Salinagrande, Salinella Settebocche e Uccello Pio (Saline Cattoliche) costituiscono una delle zone salinari di Misiliscemi. La prima, Salinagrande, che dà appunto il nome alla frazione in cui si trova, è la più antica salina tra quelle esistenti nella zona del trapanese e dal 1995 fa parte della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco. La storia racconta che già nel 1355 fu donata alla Curia da Re Ludovico. Nel corso dei secoli la salina è passata, fra varie concessioni, a diversi titolari.
La grande tradizione dell’estrazione e lavorazione del sale marino nella zona del trapanese è già documentata da Plinio in “Storia Naturale” (I sec. d.c.) il quale cita le saline di Drepanum. Fu Edrisi poi, geografo di origini arabe, sotto la dominazione normanna a parlarne. In seguito, sotto la corona spagnola si raggiunse la massima prosperità nel commercio, facendo del porto di Trapani, il più importante centro europeo per l’invio dei carichi. Il periodo di decadenza iniziato dopo la prima Guerra mondiale e proseguito in seguito, aveva portato all’abbandono di diverse saline. Fortunatamente, nel 1995 il WWF Italia istituisce la Riserva e con la regolamentazione della modalità di produzione riparte il rilancio grazie alla partecipazione di diverse aziende. Oggi il sale marino trapanese fa parte dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e nel 2011 ha ottenuto il riconoscimento IGP con la denominazione “Sale marino di Trapani”.
Sempre nel territorio di Misiliscemi spostandosi nella frazione di Marausa, troviamo anche la Salina San Francesco appartenuta ai Frati del Convento di San Francesco d’Assisi di Trapani e di cui è ancora conservata un’antica pianta topografica acquerellata, custodita presso l’Archivio di Stato di Trapani che è possibile visualizzare in digitale sul sito SAN – Sistema Archivistico Nazionale.