Percorrendo le strade principali o le vie secondarie in aperta campagna, è usuale incontrare le antiche e caratteristiche cappelle votive rurali, dette “Fiuredde“, edificate come piccole strutture architettoniche autonome, espressione della religiosità popolare.
Nella zona di Misiliscemi se ne trovano diverse, sparse per tutto il territorio e all’interno delle quali si possono scorgere ancora antichi simboli sacri quali dipinti, statuette in gesso, stampe antiche o crocifissi. In particolar modo è facile trovare le edicole votive dedicate alla Madonna di Trapani, San Giuseppe e San Francesco di Paola.
Talvolta costruite anche come semplici piccole nicchie sui muri di cinta delle abitazioni, riportano chiuse dentro un’anta di vetro o una grata, immagini votive o statuette, corredate di lumini e fiori.
Da sempre espressione della fede popolare, venivano costruite come meta di pellegrinaggio o come simbolo di protezione della propria casa. Talvolta edificate come segno di ringraziamento per una grazia ricevuta o dedicate ad uno specifico santo protettore. In ogni luogo dove sono presenti c’è sempre una famiglia che per fede, o tradizione tramandata, non fa mai mancare i fiori freschi o se ne prende cura per la pulizia.
Attingendo al racconto di qualche anziana persona, legata alla costruzione di queste bellissime cappelle rurali, si viene a conoscenza di tante storie, una delle quali riguarda una “fiuredda” presente nella zona di Locogrande, lungo una strada secondaria e dedicata alla Sacra famiglia. L’edicola votiva è stata fatta costruire da una famiglia del luogo nel 1939 come segno di ringraziamento per il figlio nato, dopo che uno precedente era venuto a mancare in fasce.
A Rilievo, sulla via Marsala ne troviamo una dedicata a San Francesco di Paola, protettore dei contadini, fatta restaurare qualche anno fa dalla professoressa Maddalena Licheri e la cui fattura è stata giudicata come risalente al ‘700.
Ancora, un tempo a Pietretagliate vi era un’edicola nello spazio antistante la chiesetta di San Giuseppe e un’altra più piccola sulla facciata di una casa poco distante, questa dedicata alla Madonna di Trapani. Gli abitanti della frazione si riunivano davanti alle “fiuredde” due volte l’anno, per la tradizionale “vampata” – l’accensione di un grande fuoco per rendere omaggio ai santi – quando ricorrevano le rispettive feste religiose.
Anche a Marausa si trovano diverse edicole votive sparse per tutta la contrada, in particolare sulla via Rinaldi che attraversa il paese, poco distante dalla chiesa si trova una bellissima cappella dedicata a San Giuseppe e alla Sacra famiglia. Edificata alla fine dell’800 dai Fratelli Pace, allora proprietari di una vasta proprietà, ne aveva una gemella a Bonacerami, in una zona detta “all’orto”. In origine si trattava di semplicissime “Fiuredde”, con l’immagine della Sacra famiglia dipinta su quattro mattonelle di ceramica che componevano l’icona. A quella di Bonacerami, oggi purtroppo non più esistente, si andava in pellegrinaggio per chiedere la grazia, usanza ancora in vita negli anni Settanta. Quella al centro di Marausa è stata invece resa una vera e propria cappella edificando l’architettura attuale, opera della famiglia Bono, che acquistò il terreno nel ’900. Anche davanti a questa cappella si facevano le “vampate” per la festa di San Giuseppe il 19 marzo e lì avveniva anche la benedizione per la Domenica delle Palme.
A Lido Marausa, proprio a due passi dalla Torre di Mezzo, alcuni residenti della costa fecero erigere un’altra cappella votiva dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Negli anni ’50 i fedeli vi si recavano in processione nel giorno dell’Ascensione, venendo anche dalle contrade limitrofe e da Paceco. Arrivavano prima del sorgere del sole, come da tradizione si bagnavano nelle acque del mare, partecipavano alla preghiera comune e dopo facevano festa con grigliate di pesce all’aperto. I pellegrinaggi si interruppero negli anni Settanta, per poi riprendere per un periodo negli anni Novanta. Sempre sul litorale, percorrendo il viale Mothia verso la spiaggia, si trova un’altra cappella dedicata alla Madonna di Trapani, da anni i fedeli celebrano lì la “Quindicina” in suo onore, iniziando il primo di agosto.