Immerso fra i profumi della campagna di Fontanasalsa, lungo la via Falconara, c’è un bellissimo campo costituito da 900 alberi di melograni “Wonderful” – già il nome è tutto un programma di bellezza – che in questo periodo dell’anno si stanno avviando verso la maturazione dei frutti, raccolti poi in autunno. La giovane azienda proprietaria della piantagione si chiama “Sam il Melograno” e qualche giorno fa abbiamo incontrato Salvatore Agueli, l’intraprendente e simpatico titolare che ci ha portati a fare una passeggiata tra i filari, raccontandoci la storia della sua famiglia, da generazioni legata all’amore per la coltivazione dei campi ed in particolar modo degli ulivi e dei melograni

E proprio l’amore infinito per la natura e la campagna, da sempre vissuta sotto tanti aspetti insieme al padre e al nonno, ha spinto lui, il fratello Michele e il loro comune amico Toto, a dar vita al progetto nel mese di giugno 2017. Animati da un forte spirito di innovazione rispetto alle colture già presenti sul territorio di Misiliscemi, hanno avviato la produzione di questi deliziosi frutti che, maturi, per forma e colori sono dei veri capolavori, grazie al rosso intenso della buccia e alla trama degli arilli interni, dai quali si trae il succo rosso rubino. Dalle origini antichissime e diffusa in tutta l’area del Mediterraneo e nel vicino oriente, la melagrana è oggi considerata un superfood, perché ricca di tante proprietà antiossidanti, vitamina C e polifenoli. 

“Sam il Melograno” conferisce i propri prodotti presso un consorzio di Marsala che li distribuisce poi attraverso la propria rete commerciale in tutto il territorio italiano e, dopo anni di esperimenti e prove “casalinghe”, ha anche avviato la produzione del liquore di melagrana, il “Ranatum”, nome scelto mixando l’appellativo siciliano del frutto, “Ranato” con quello latino, “Punica Granatum”.
“Ranatum” è privo di additivi chimici, coloranti e del tutto genuino, in quanto gli ingredienti sono totalmente naturali. La creatività di “Sam” ha inoltre dato vita ad un’originale variante dello Spritz: il cocktail “Ranatiz”, che vede il liquore sostituire il classico Aperol, ottenendo un risultato sorprendente.

L’azienda, comprende anche 800 alberi d’ulivo, oltre ad un neonato impianto di 1300 avocado “Hass” che andranno in produzione fra circa due anni. Dunque, ancora una volta una scommessa che punta su coltivazioni particolari e ancora poco diffuse sul territorio di Misiliscemi e dintorni, guardando all’innovazione, ma cercando di tenere sempre al primo posto il rispetto per l’ambiente e la sostenibilità.

E a proposito di salvaguardia e amore per la natura, “Sam il Melograno” ha avviato da qualche anno il progetto “Adotta un albero”, una bellissima iniziativa che permette a chi vuole, di diventare “coltivatore virtuale”. Attraverso un piccolo contributo annuo, l’adottante potrà seguire la crescita, l’evoluzione e le cure che l’azienda riserva al “proprio” albero. Potrà andare a visitarlo e partecipare alla raccolta, scegliendo poi i frutti per riempire la propria cassetta da portare a casa. E se la distanza non permette di potersi recare materialmente presso la piantagione, “Sam” provvederà alla spedizione.

I melograni attualmente adottati sono circa un centinaio, ognuno dei quali riporta attaccata ad un ramo, una tavoletta in legno sulla quale sono scritti il nome del “coltivatore virtuale” e i riferimenti del filare. Tantissimi i bambini che hanno aderito all’iniziativa, ma anche coppie e turisti di passaggio che si sono innamorati dell’idea di occuparsi, anche se virtualmente, di un melograno. E c’è anche chi ha dato un nome al proprio albero battezzandolo Gugliemo, segno che la filosofia proposta dall’Azienda è stata sposata nella sua totalità e che le idee green trovano sempre più persone innamorate della natura, riconoscendola come forma di vita necessaria di cure. Non è una frase fatta quella che dice che aiutando e rispettando l’ambiente, anche nel proprio piccolo, non c’è dubbio che la Terra poi ricambi gli esseri umani con i suoi meravigliosi e impagabili frutti. E voi, avete già deciso come chiamerete il vostro melograno?

Per saperne di più e prenotare una visita per adottare un albero: https://www.samilmelograno.it


Il melograno nella cultura dei popoli e nella storia dell’arte

Il melograno originario dell’Iran e del Medio Oriente, è da sempre considerato simbolo di ricchezza, prosperità, abbondanza e fertilità nell’amore coniugale, ma anche inteso, come nella cultura ebraica, segno di onestà e correttezza. Utilizzata dai popoli del Mediterraneo come pianta medicinale e per la creazione di tinture grazie al succo dei suoi frutti, nella mitologia greca era una pianta sacra a Venere e Giunone.

La melagrana è citata diverse volte nella Bibbia e nel Corano. Nell’antica Roma, le spose adornavano il proprio capo con coroncine intrecciate usando rametti di melograno come simbolo di fecondità. In Cina, marito e moglie mangiavano la melagrana la prima notte come benedizione per le nozze e in Turchia la sposa lanciava in terra il frutto, perché i chicchi caduti sarebbero stati il segno di quanti i figli avrebbe generato, bellissima tradizione conservata ancora oggi.

Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.

Cantico dei Cantici 4,13-15

Nell’arte ritroviamo il melograno raffigurato fin dall’antichità, nella storia di tantissime civiltà e popoli, a partire dall’antico Egitto, dove troviamo le piante dipinte dentro tombe del 2500 a.C., come nella camera funeraria di Amenemhêt, alto ufficiale sotto il regno di Thutmosi III, raffigurato mentre offre melagrane agli dèi. I frutti sono rappresentati in varie forme nei mosaici e nelle sculture di epoca greca e romana, ma anche nelle decorazioni tessili e lignee e negli affreschi, come quelli ritrovati a Pompei. Il frutto, nella sua bellissima forma sferica, era anche usato come ispirazione per la realizzazione di ciondoli, monili e gioielli da indossare come portafortuna o da donare come segno di buon auspicio.

Sandro Botticelli, nella sua “Madonna della melagrana” del 1487, raffigura il frutto tenuto in mano dal Bambino e dalla Madonna, a simboleggiare – per via della sua forma a coroncina – la regalità di Cristo e i chicchi uniti dentro al guscio, l’unita della Chiesa.
Paul Cézanne le raffigura nell’acquerello “Natura morta con anguria e melagrane” del 1906 e in altre opere raffiguranti frutta e altri oggetti.
Nell’opera surrealista “Sogno causato dal volo di un’ape” del 1944, Salvador D’alì fa fuoriuscire da una grande melagrana aperta, un pesce, due tigri e una baionetta che punta su una donna nuda addormentata.

Possiamo quindi considerare l’utilizzo della melagrana come soggetto scelto e mi abbandonato dall’arte nel corso della storia, un frutto simbolicamente importante per ciò che ha rappresentato nell’evoluzione dell’umanità. Anche se espresso sotto le più svariate forme, il senso di ciò che rappresenta è certamente rimasto invariato per millenni e ancora tutt’oggi lo è: anche per noi resta un bellissimo segno di fortuna e prosperità.