Testi tratti da “Ricerche storiche sulle chiese del territorio di Marausa” (2007)
di Salvatore Giliberti


IL TORRENTE MISILISCEMI
Misiliscemi è un nome di sicura origine araba, dal termine manzil che possiamo tradurre con “luogo di sosta, statio”. F. G. Arezzo, nella sua pubblicazione Sicilia del 1950, alla voce Misiliscemi annota: “Frazione in provincia di Trapani, voce araba masil-escemù, torrente o luogo dove scorre l’acqua elevato“. Per ciò che concerne la seconda parte del vocabolo, se per Misilmeri località vicino Palermo, si accetta la versione Menzel Al Merì e starebbe a significare logo di sosta per un personaggio di origine araba, Al Merì, per la nostra località vale: luogo di sosta per Al Sciamir, quindi Menzel Al Sciamir. Ma non sempre il torrente Misiliscemi era chiamato così, in una Carta della Sicilia compilata nel 1720 dal Barone S. Schmettau, aggiornata e ristampata poi da G. Martian nel 1812, leggiamo Agabuzzo. Nella Carta generale della Sicilia, compilata, disegnata e incisa nel 1826 dall’Ufficio Topografico di Napoli, rivediamo Agabuzzo, che nasce dall’omonima contrada. 

Il torrente Misiliscemi, percorrendo il vallone, ha come suo estuario la cala del Gorgofao. Giovanni Andrea Massa, religioso della Compagnia di Gesù, in La Sicilia in prospettiva del 1709, facendo una descrizione del litorale dopo la punta di Salinagrande, ci parla del Gorgofao ed aggiunge: “…in cui si possono ricoverare quindici galeotte”, il luogo è l’odierna Salina San Francesco. Interessante sapere che il Camillo Camilliano, in Descrizione della Sicilia, relazionando al Viceré di allora, fra il 1585 e il 1594, quando parla del territorio di Trapani, giunto al fiume Misiliscemi, chiama il suddetto “Un canale fatto dalla natura, che porge comodità dell’acque necessarie per la salina. Si deve fare una torre, perché in detto spazio è facile per il corsaro accostarsi alla terra”. Si deduce che la salina in quella data era già esistente, perché la Torre di Mezzo fu costruita in seguito.

IL FIUME BIRGI
Vito Amico, nel Dizionario topografico della Sicilia del 1855, scrive: “Birgi – latino Birgis – siciliano Birgi, fiume che è l’antico Acitio… Prima di sfociare in mare si allargava e teneva allagata anche per sei mesi l’anno la piana di Marausa, dove si diffondeva la zanzara malarica, grande piaga per i contadini”. 

Dopo la II Guerra Mondiale le acque del fiume Birgi sono state divise in due parti, onde evitare gli allagamenti che hanno formato la piana di Marausa. Una parte del vecchio fiume segue il corso e sfocia in quello che oggi è il lido di Marausa; prima di arrivare al mare lambisce la piccola salina detta Fiume, oggi non più in attività. Nel 1880 detta salina si dava in affitto assieme alla Salina San Francesco, si presume che anche essa sia stata costruita dai Frati Minori Conventuali di San Francesco d’Assisi in Trapani.  Il nuovo fiume attraversa l’ex feudo di Birgi e sfocia nel Mar Mediterraneo costeggiando l’aeroporto di Trapani “Vincenzo Florio”.