Lucia Maltese
Dottore in Scienze e Tecnologie Agrarie
I cachi (o loti) simboleggiano l’ingresso nella stagione autunnale, tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre il colore arancio intenso dei frutti che hanno raggiunto la maturazione abbellisce tanti giardini delle case del territorio di Misiliscemi. Il genere Diospyros comprende angiosperme dicotiledoni della famiglia Ebenacee con oltre 700 specie di alberi e arbusti, molto apprezzate sia per il legno (ebano) che per i frutti a bacca (kaki). Per la frutticoltura rivestono importanza solo 5 specie di Diospyros: il D. kaki, coltivato per la produzione di frutti per il consumo fresco; D. lotus e D. virginiana usati come portainnesti e nell’industria di trasformazione; D. oleifera e D. glaucifoglia che vengono usati per l’estrazione di tannino.
La pianta, che ha origini asiatiche (Giappone e Cina settentrionale), da tempo è coltivata anche in Europa e molto diffusa nella zona del Mediterraneo. La presenza in Italia è accertata intorno al 1880, mentre la coltivazione prende piede soprattutto in Campania, Sicilia ed in Emilia Romagna. In Sicilia, una produzione pregiata ma molto limitata è quella dei cachi di Misilmeri, con frutti dalla pezzatura medio piccola e forma leggermente schiacciata.
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Gli alberi di Diospyros kaki sono a foglia caduca, con corteccia grigio-scura e rugosa, chioma folta. Le foglie sono grandi, ovali allargate, glabre e lucenti. Nelle forme allevate per il frutto, sugli alberi si riscontrano solo fiori femminili essendo gli stami – la parte fertile maschile – abortiti, la fruttificazione avviene per via partenocarpica (senza fecondazione) o in seguito ad impollinazione da parte di alberi della stessa specie provvisti di fiori maschili. I frutti maturi (morbidi) dei cachi hanno una polpa molto zuccherina, quando invece sono ancora acerbi (duri) conservano un sapore agre che “lega” la lingua a causa dell’alta quantità di tannino, si dice infatti che “allappano”. La pianta di Diospyros kaki è molto resistente alle avversità, ai climi, ai terreni e ai parassiti, tanto da non richiedere particolari trattamenti.
Il cachi viene definito anche Loto del Giappone, Mela d’Oriente e Albero delle sette virtù. Inoltre, alcuni esemplari di cachi sopravvissuti alla contaminazione nucleare dopo lo sgancio della bomba atomica nel 1945 a Nagasaki, vengono chiamati alberi della pace. In Sicilia, sul cachì – come viene solitamente chiamato – si racconta di un’antica tradizione folkloristica legata ai piccoli semi contenuti nei frutti che venivano considerati sacri, perché il frutto spaccato a metà mostra il germoglio della nuova piantina che assomiglia a una mano bianco-diafana, ritenuta la “manuzza di Maria” o “dâ Virgini”.
Il profilo nutrizionale dei cachi
100 grammi di cachi freschi forniscono all’organismo tra le 65 e le 70 kcal. Tra i macronutrienti, il profilo è così suddiviso: Proteine 0,6%, Grassi 0,3%, Carboidrati: fino al 18%. La presenza di acqua si assesta intorno all’80%; buona anche la presenza di fibre, circa il 2,5% del peso totale. Tra i sali minerali troviamo potassio, fosforo, magnesio, calcio e sodio. Tra le vitamine troviamo soprattutto A e C, con una componente residuale di niacina, tiamina e riboflavina, tutte appartenenti al ceppo delle vitamine B.
Benefici legati al consumo dei cachi
Nonostante il cachi sia un frutto eccessivamente calorico, se consumato in quantitativi moderati è un ottimo alleato per la nostra salute, soprattutto durante il periodo autunnale. Le vitamine A e C, contrastano le infiammazioni di tutti i malanni che compaiono progressivamente durante la stagione fredda. Utile per chi soffre di gastrite e di reflusso gastroesofageo grazie alla presenza di potassio, significativa in questo senso perché rappresenta anche un fenomenale coadiuvante della diuresi e del corretto funzionamento dell’apparato renale. Vitamina A e C, contenute in gran quantità nei cachi sono inoltre utili per dare un bell’aspetto alla pelle, contrastando il naturale decadimento cellulare, prevenendo l’insorgenza di discromie e rughe e allo stesso tempo aiutando chi soffre di acne. L’eliminazione corretta dell’acqua cellulare è inoltre utile per contrastare gli inestetismi come la cellulite e per favorire un migliore equilibrio per l’intero organismo.
Grazie ai tanti zuccheri presenti, il cachi può essere considerato un portentoso concentrato di energia, un aiuto per eliminare la stanchezza e quindi ottimo per gli sportivi. Consumato prima e dopo l’attività fisica rafforza e reintegra la biodisponibilità di zuccheri e di minerali che vanno persi con la sudorazione. Questo delizioso frutto è anche un valido supporto contro i problemi delle parti intime: negli uomini favorisce la cura delle infiammazioni prostatiche e nelle donne è indicato contro i dolori del ciclo mestruale perché agisce come importante antinfettivo e antiemorragico. Infine, il cachi è un frutto ricco di fibre dalle significative proprietà lassative.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Non vi sono importanti effetti collaterali da consumo di cachi, ma se mangiato in dosi eccessive può favorire picchi glicemici, per questo motivo è sconsigliato nei soggetti diabetici o iperglicemici. L’abbondante consumo potrebbe portare a episodi diarroici intensi, oltre a favorire infiammazioni intestinali e dello stomaco. Inoltre, è consigliabile non mangiarlo la sera perché gli zuccheri, presenti in abbondanza, tendono a depositarsi nel corpo e vengono convertiti in grasso. Meglio consumarlo durante la giornata o addirittura come parte di una sana colazione, ad esempio preparando una confettura fatta in casa.